Family Day 20-06-2015 Roma, Piazza San Giovanni

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Redazione

Family Day del 20/06/2015 a Piazza San Giovanni – ROMA

Quando si racconterà la storia della genesi della manifestazione nazionale di piazza San Giovanni del 20 giugno 2015, certamente si scriverà delle motivazioni che hanno portato a una così vasta mobilitazione: l’avanzata dell’ideologia gender nelle scuole, la violazione dei diritti e della libertà dei più deboli tra noi, i nostri figli, la questione dei disegni di legge da fermare perché sarebbero il coronamento dell’attività di quegli ideologi, a partire dal ddl Cirinnà.Non si troverà spazio, credo, per la storia minuta. Che parte da una prima riunione operativa in un terrazzo assolato il 2 giugno, giorno in cui una dozzina di persone formarono il comitato “Difendiamo i nostri figli” riunendosi per un paio d’ore in una casa privata e c’era sì una immagina della deposizione di Cristo dalla Croce a dominare quella improvvisata tavolata all’aperto, ma a un certo punto vedemmo spuntare a tutta velocità spettacolare le Frecce Tricolori. Un miscuglio di simboli a riempire il cuore per prendere una decisione faticosa: in 18 giorni portare nella piazza più complicata da riempire a Roma centinaia di migliaia di persone per gridare il nostro “basta” a istituzioni scolastiche e parlamentari che non rispettavano noi, i nostri bambini, l’idea stessa di famiglia. Ci riprendiamo tutto intero il diritto di educare i nostri figli e quanto alle leggi che vogliono trasformare il falso in vero, legittimando persino la pratica violenta e schiavista dell’utero in affitto, la nostra contrarietà sarà evidente.

Non si troverà spazio per raccontare gli infiniti problemi tecnici che sorgono se decidi di organizzare in diciotto giorni una manifestazione in piazza San Giovanni. E non si troverà spazio neanche per raccontare le discussioni, figuriamoci se non ci sono state. E poi i timori, i momenti di sconforto in cui pensi che potresti non farcela, che potremmo ritrovarci in quattro gatti. Qualcuno quando rinunciammo a tenere la manifestazione del 13 giugno al Palalottomatica non capì e pensò che fossero questi timori ad averci frenato, il timore di non riempirlo. Al sabato successivo si troverà una piazza composta da almeno trenta Palalottomatica pieni all’inverosimile. Che dite, capirà?

Spero che qualcuno trovi lo spazio invece per raccontare la straordinaria novità del raduno di San Giovanni. C’è chi lo chiama “il nuovo family day”. Sbaglia. Il family day del 2007 nacque sotto la spinta diretta della Conferenza episcopale italiana presieduta dal cardinale Camillo Ruini. La mobilitazione nazionale del 20 giugno è invece una manifestazione totalmente laica, decisa da un comitato di laici riuniti sotto la sigla “Difendiamo i nostri figli”, da essi organizzata e portata a termine. Per essere concreti, per l’appuntamento del 2007 la Cei stanziò cifre rilevanti. In questo caso non c’è un euro dei vescovi e non c’è un euro di soldi pubblici, non siamo importanti come il Gay Pride che prende sempre i soldi dei patrocini dei comuni in aggiunta ai dieci milioni di euro (pubblici) della “strategia nazionale Lgbt”. Il comitato ha aperto un conto corrente e ci finanziamo con i contributi dei partecipanti che speriamo vogliano farlo tramite il sito www.difendiamoinostrifigli.it dove si trovano anche le coordinate bancarie per aiutare la riuscita della manifestazione.

Soprattutto il protagonismo dei laici, dei cattolici, dei cristiani di altre confessioni, degli islamici, degli ebrei, dei cittadini volendo lasciare da parte qualsiasi etichetta, diventa un patrimonio per l’intera democrazia italiana. Questa è la straordinaria novità di una manifestazione di famiglie a tutela della famiglia e dei diritti dei più deboli: una mobilitazione dalla chiave modernissima e allo stesso tempo inusuale per l’Italia.

Si sono viste manifestazioni così in Francia, in Spagna, negli Stati Uniti. Nella chiave italiana c’è un’ambizione in più: vincere. Sì, con una piattaforma evidente ed esplicita che parte da gender nelle scuole e ddl Cirinnà da fermare, centrare gli obiettivi. Un popolo si ritrova per spiegare al Palazzo che il tempo del silenzio e dei sussurri è finito. Stanno toccando i nostri figli e noi questo non lo consentiremo. E se quella sudata dozzina del terrazzo assolato del 2 giugno in pochi giorni si trasformerà in una moltitudine, vedremo il miracolo di un popolo che recupera consapevolezza, che si sveglia da un torpore durato anche troppo a lungo.

https://www.lacrocequotidiano.it/articolo/2015/06/19/societa/la-novita-dei-laici-in-piazza

Ha diluviato prima, durante, dopo. Qualsiasi piazza ragionevole avrebbe mollato, si sarebbe svuotata: le due ore di diluvio che hanno preceduto l’avvio della manifestazione avrebbero fiaccato chiunque. Ma il popolo del 20 giugno è stato un popolo speciale, particolare e anche se sugli altri giornali non verrà raccontato, su questo sì: tutti si sono pagati il viaggio di tasca loro, nessun organismo pubblico o ecclesiale ha finanziato la manifestazione, Avvenire e la Cei l’hanno guardata con plateale freddezza, i media hanno oscurato completamente la preparazione dell’evento provando a declassarlo a questione secondaria. Ma quelle mamme e quei papà poi dopo essersi pagati il viaggio di tasca, la piazza l’hanno riempita e alla fine anche i più riottosi hanno dovuto contare. Piena non solo piazza San Giovanni, ma tutte le quattro grandi arterie d’accesso. Un milione di persone e pensavate che quattro gocce potessero intimorire una mobilitazione così?Chi lo pensava non ne ha compreso la genesi. Certo, il comitato “Difendiamo i nostri figli” è nato solo il 2 giugno e tutto è stato organizzato in appena 18 giorni. Ma per un anno solo il sottoscritto ha tenuto 170 incontri pubblici in altrettante città d’Italia e Massimo Gandolfini pure di più per non parlare di Gianfranco Amato, Simone Pillon, Costanza Miriano. In ognuno di questi incontri centinaia di persone, talvolta migliaia. Poi la mobilitazione di Manif Pour Tous, Pro Vita, delle meravigliose ed eroiche Sentinelle in Piedi che non ringrazieremo mai abbastanza, del Movimmento per la Vita e dei Cav, dei circoli VLM. Di quella straordinaria esperienza del Cammino Neocatecumenale, l’impatto profetico di Kiko Arguello si è visto in piazza. Bisognava conoscere il percorso, insomma, è non sareste rimasti sorpresi nel vedere gente che non andava via sotto il diluvio. Anzi, ne arrivava altra. Più di un milione di persone alla fine. Che hanno cambiato la storia.

Ora forse qualche curiosità scatterà, si proverà a capire le parole semplici che dal palco abbiamo pronunciato. I figli nascono da mamma e papà, mamma e papà li proteggono, non accettano deleghe all’istituzione scolastica se questa rompe il patto con la famiglia proponendo surrettiziamente l’ideologia gender in classe. Di più, il Parlamento che pensava di portare a coronamento la colonizzazione ideologica approvando il ddl Cirinnà, ora dovrà metterlo nel cassetto. Sì, faranno un po’ di scena, faranno finta di votare gli emendamenti e di andare “dritti come treni”. Poi il ddl che all’articolo 5 voleva legittimare persino l’oscenità della pratica dell’utero in affitto, verrà messo su un binario morto. Un milione di persone lo hanno chiesto, nella piazza che è il simbolo della democrazia in Italia. Andare contro questa piazza per approvare un ddl antipopolare sarebbe un errore gravissimo e comunque oggi i parlamentari di maggioranza presenti a San Giovanni hanno ricevuto un messaggio forte e chiaro. Se il ddl Cirinnà avanza, questa piazza chiede il coraggio delle scelte consequenziali a chi si è unita ad esso. Per essere chiari, la conseguenza è la crisi di governo. Peraltro, non credo ce ne sarà bisogno. Quella brutta legge sarà semplicemente lasciata morire e si faranno solo alcuni passaggi di facciata. Il sottosegretario Ivan Scalfarotto che ha gravemente insultato la mobilitazione di San Giovanni (“manifestazione inaccettabile”) dimostrando quale rispetto istituzionale abbia per le opinioni altrui, ha ricevuto oggi la sua risposta, mi sono preoccupato di fargliela recapitare direttamente da un milione di persone. Quelle persone che con un ddl che porta il suo nome lui considera tanto “inaccettabili” che le avrebbe voluto sbattere in galera.

Senza pronunciare mai una parola d’odio, un milione di persone hanno sorpreso l’Italia. Lo hanno fatto con il semplice buon senso e l’amore forte per i propri figli. La più grande manifestazione popolare degli ultimi cinque anni lascia il segno e chi c’è stato porterà nel cuore un ricordo indelebile. Chi si è assentato e magari ha “gufato” la piazza, appartenendo al tradizionale “fuoco amico”, oggi si sarà pentito. Lo accoglieremo sorridenti nei prossimi appuntamenti. Sì, prossimi. Perché questo è solo l’inizio.

https://www.lacrocequotidiano.it/articolo/2015/06/20/societa/un-milione-di-persone-che-cambiano-la-storia

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